SATANISMMO VISTO (SENZA CHE SIA) DAPPERTUTTO, RISCHIO EMULAZIONE

CRIMINOLOGIA.IT, SUL FENOMENO SATANISMO VISTO DAPPERTUTTO

 


Locandina allarmistica

La patologia dello scrivere in modo tendenzioso e senza studio
SUL "SATANISMO" VISTO (SENZA CHE SIA) DAPPERTUTTO, C'E' RISCHIO EMULAZIONE
di Prof. Saverio Fortunato
(Specialista in Criminologia Clinica, Docente di Devianze e Tecnologie Educative e di Contrasto all'Università di L'Aquila)

Non si sa se per fare il giornalista si deve percorrere un corso di laurea o piuttosto se le vie per divenire giornalisti/pubblicisti sono infinite. Perché il dibattito su questo punto è controverso. Forse non ci sono esami all'università né ore e anni di sacrifici sui libri. Forse la strada è molto più breve e  in discesa libera.
Beppe Grillo e Marco Travaglio dicono che in Italia ci sono pochi giornalisti e molti impiegati, che scrivono solo per obbedire al capo o ai vari capi, correnti o clan. Condivido questa lettura (come criminologo clinico e come cultore di Teorie e Tecniche della comunicazione di massa), ormai si fa fatica a  leggere articoli il cui obiettivo è descrivere i fatti rimanendo il più possibile ancorati alla realtà, alla realtà come processo gnoseologico, ovviamente. E il giornalismo investigativo -salvo eccezioni, che pure esiste!- è lasciato in mano ai comici: da Striscia alle Iene. Si ha l'impressione invece, che spesso si scrive o si pubblica, non si scrive o non si pubblica, solo per fare il favore all'amico (diciamo così) che più è notabile e meglio è.
Quello che divaga ai giorni nostri è il giornalismo del pettegolezzo, del frivolo, dell'intraprendenza della stupidità e della sua autogiustificazione come pensiero intelligente, dello scoop inseguito a tutti i costi, anche fino a inventarselo. E' per questo che bisogna andare su alcuni grandi quotidiani nazionali o sulle testate estere, per scoprire il giornalismo come missione e come professione al servizio dell'umanità, del bene comune, della giustizia, della democrazia e della convivenza civile.

 A CHI GIOVA VEDERE (SENZA ESSERCI) "SATANISTI"?

C'è un modo tendenzioso di dare la notizia: si parla citando mezza verità e la si colloca in un contesto narrativo-suggestivo che suggerisce implicitamente conclusioni opposte o distorte o false o errate.
Facciamo un esempio astratto: si fotografa una scritta particolare su un muro (scritta illeggibile, che non si capisce che cos'è realmente: un murales, uno scongiuro, un incitamento, uno slogan, uno scarabocchio o cosa?) e si attribuisce a essa il significato che le si vuole dare. Si cita un cimitero e si dice che le foto dei defunti sono fuori posto, ma che vuol dire? E' come dire "lava più bianco", senza spiegare se lava più bianco di prima o di cosa?
Per verificare i fatti, ci siamo recati in quel cimitero; un parente di un defunto, incontrato sul posto, ci dice:  «Ho letto il giornale, ho pensato che fosse stata distrutta ogni cosa, ma qui è tutto in ordine, come sempre. Vede, anche quella tomba che è un po' fuoriposto, è sempre stata in quel modo. Ma sono contento, meglio così!».  Già, meglio così.

I MASS-MEDIA CREANO EMULAZIONE

Si dovrebbe sapere che un effetto devastante che i media generano è l'emulazione. A seconda dell'enfasi e della morbosità con cui si confezionano articoli, che generano una rottura tra la realtà immaginata e quella reale, un episodio descritto come vero, ma che vero non è, può poi verificarsi sul serio, giacché fa presa in chi è psicologicamente predisposto.
A furia di creare allarme sociale gridando "al lupo, al lupo", alla fine: o nessuno crede al lupo, anche se ciò è  vero; oppure, si rischia di vedere il lupo dappertutto.
Sui ragazzi "satanisti" visti (senza vederli) a Prato dappertutto, non passerà molto tempo che avremo davvero dei nuovi satanisti. I ragazzi psicologicamente predisposti, che avvertono la realtà con inquietudine (giacché è difficile per un giovane oggi immaginare il proprio futuro!), vedendo la descrizione non vera dei loro amici o di talune realtà giovanile (descritte con approssimazione e ignoranza), s'identificano in coloro che reputano vittime di quel "sistema" accusatorio e persecutorio, finendo con l'aderire per solidarietà negativa, con coloro che, accusati ingiustamente, diventano ai loro occhi degli "eroi" da riscattare imitandoli! E' qui che ha la sua criminogenesi l'emulazione.
I mass media magari partono pensando di fare un favore a qualcuno (alla Curia?), ma finiscono con il farle un torto, perché radicalizzano comportamenti e condotte negative, che apparentemente sono devianti, ma che in realtà sono un bluff giovanile, una tendenza come tante altre. Se i mass-media riuscissero a parlare al cuore di questi ragazzi, capendo le loro passioni e aspirazioni, senza alimentare il pregiudizio, forse si eviterebbe di facilitare la costruzione di carriere devianti o criminali. Il miglior modo per conquistarli non è quello di terrorizzarli e condannarli ingiustamente, ma di comprenderli. E l'allarme sociale non aiuta nessuna persona animata da buoni propositi.
 

© - Pubblicato in rete 18.7.2008 - Foto e commento sbadiglio, su tantasalute.it, di Giuliano in Ricerca medica.

 

 

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