Il ritrovamento avvenuto
in data 15 giugno 2008 nella zona del Soccorso di Prato, nulla
ha a che vedere con rituali satanista o comunque riconducibili
alle più svariate modalità di adorazione del maligno. La natura
del ritrovamento, nel quale figurano pietanze, bevande alcoliche
e un piccione decapitato (v. foto La Nazione), fanno pensare,
invece, a un rito ascrivibile al Vodoun africano.
E' infatti parte fondamentale dei rituali della religione
Vodoun, nata e diffusa nell'area del Golfo di Guinea
(Nigeria, Benin, Togo e Ghana) e tuttora praticata da larga
parte degli abitanti di detta area, oltre che da una cospicua
parte della popolazione nera o creola di Brasile, Haiti, sino ad
arrivare ai Paesi Caraibici e addirittura negli Stati Uniti
(Louisiana, California e Florida).
Nello svolgimento dei riti di evocazione Vodoun, dopo le
invocazioni rituali, che in Africa prendono il nome di Oriki,
alle divinità sono offerti fiori, cibo, bevande alcoliche con
cui il sacerdote liba abbondantemente, in una ritualizzazione
culturale che si può inserire nella logica del dono e della comunione. Quindi viene effettuato
il sacrificio di un essere vivente, preferibilmente dell'animale caro al
Vodoun, poiché il sangue è carico della potenza vitale e
dell'energia che possedeva la vittima.
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